11/05/2023 - DECRETO IMMIGRAZIONI CONVERTITO IN LEGGE
In Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del decreto sulla gestione dei migranti: pene rafforzate, decreto flussi triennale, priorità a lavoratori formati, stretta alla protezione. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto immigrazioni con la duplice intenzione di: contrastare i flussi migratori illegali e all'azione delle reti criminali con un inasprimento delle pene; e rafforzare le entrate dei lavoratori regolari, principalmente i migranti con qualifiche, in modo da semplificare le procedure ed eliminare di conseguenza la possibilitá di protezione Internazionale straordinaria. Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 marzo e il 5 maggio è stata pubblicata la legge di conversione. Il comunicato stampa del Governo evidenziava le seguenti novità: Inasprimento delle pene per reati connessi all'immigrazione clandestina; Espulsioni e ricorsi, viene eleminata la necessità di convalida del giudice di pace per l'esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di una condanna; nuova modalità di programmazione dei flussi d'ingresso legale dei lavoratori stranieri; modifiche alle norme sui permessi di soggiorno per lavoro subordinato di cittadini stranieri; modifiche alle norme sui permessi di soggiorno per lavoro subordinato di cittadini stranieri, programmi di formazione; durata del permesso di soggiorno rinnovato, i rinnovi del permesso di soggiorno rilasciato avranno durata massima di tre anni anziché due; priorità alle aziende e ai lavoratori agricoli; contrasto alle agromafie, centri per migranti e protezione speciale. Il passaggio in Senato ha inasprito la stretta sulla protezione speciale, stabilendo che: i permessi di soggiorno per protezione speciale, cure mediche e calamitá non potranno essere convertiti in permessi di lavoro; si ampliano le ipotesi di trattenimento dei richiedenti protezione internazionale nei centri di permanenza e rimpatrio, qualora ciò sia necessario per determinare gli elementi su cui si basa la domanda di protezione; chi presenta domanda di protezione internazionale resta escluso dai servizi del sistema di accoglienza e integrazione, gestito dai comuni, i quali garantiscono l'insegnamento della lingua italiana, le formazione l'orientamento legale e la tutela psico-socio-sanitaria.