12/04/2024 - ITALIA E GIOVANI, UN RAPPORTO DIFFICILE
"La realtà dei fatti è nota da tempo e descrive un quadro abbastanza preoccupante riguardo al modo in cui i giovani provano a farsi spazio nel nostro Paese, scontando delle difficoltà enormi, superiori a quelle che i loro coetanei trovano sul loro percorso di crescita in molti altri Paesi - sono le parole dell''Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - specialmente se si prende in esame l'insieme di Paesi dell'Unione Europea. Sì può affermare che dopo la grave crisi economica del primo decennio degli anni Duemila, con i profondi cambiamenti in ambito lavorativo, con l'imporsi del fenomeno del precariato e con l'adozione di politiche sociali ed economiche incapaci di contrastare i gravi problemi in atto, la situazione non è mai migliorata e determinate categorie e specifiche aree geografiche hanno sofferto in maniera particolare. Ancora oggi, purtroppo, persistono problematiche evidenti e importanti - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - che emergono quando si affrontano determinati temi con analisi, valutazioni e dati precisi".
Facendo un bilancio su un periodo comunque importante della nostra storia recente, ossia gli ultimi vent'anni, emergono numeri e informazioni in genere che devono fare riflettere sotto tanti aspetti, a cominciare dalla delicata realtà demografica relativa al nostro Paese. Negli ultimi due decenni, infatti, gli under 35 sono diminuiti di circa 3 milioni e mezzo di unità. Si tratta di cifre importanti che hanno una grande rilevanza in termini assoluti, ma che pesano anche relativamente al paragone con gli altri Paesi dell'Unione. In aggiunta a questo dato numerico emerge come le difficoltà non finiscono qui nel rapporto fra l'Italia e i giovani, poiché da una parte il triste fenomeno della fuga dei cervelli continua implacabile, così come il livello medio dei salari per questa categoria continua a stazionare di livelli che non possono essere considerati soddisfacenti e che,anche qui, risultano meno favorevoli che nel resto d'Europa. A tutto questo, come detto, si aggiunge il fantasma della precarietà, con l'instabilità contrattuale che si sposa anche con un certo immobilismo nelle carriere e con le possibilità di crescere professionalmente davvero molto ridotte in tanti contesti lavorativi. Insomma un quadro per molti versi anche allarmante.
Se è vero che le recenti misure legate all'arrivo dei fondamentali fondi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza hanno dato nuova linfa alle speranze di invertire la rotta e alla possibilità di guardare con ottimismo al futuro, è indispensabile avere coscienza della situazione passata che, anche nel presente, continua comunque a raccontare di problemi e difficoltà che si fa fatica a superare. Le disuguaglianze tra diverse zone, con particolare fra il Nord e il Sud, così come quelle di genere, con le donne alle prese con ostracismi e comportamenti non in linea con il concetto di parità, anche in materia di salari e di possibilità di carriera, rappresentano situazioni spinose che occorre affrontare con determinazione e chiarezza. Per puntare sulla crescita e, in generale, sul futuro, bisogna dunque puntare con forza sulle cose positive, come le sempre più diffuse e utili esperienze di formazione, ritenute indispensabili da chi si affaccia nel mondo del lavoro e finalmente riconosciute positivamente anche dalle aziende.
"La stagione delle riforme può e deve rappresentare uno spartiacque fra le difficoltà croniche del passato, che sfociavano quasi in un atteggiamento di rassegnazione che per troppo tempo ha fatto molto male al Paese, e una nuova fase - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - on cui emerge una progettualità che riguarda diversi ambiti, dove si ha il coraggio di intervenire in maniera efficace per correggere gli errori passati e dove si orovvede a mettere in atto le necessarie politiche economiche, fiscali e sociali per eliminare le differenze geografiche, di genere e di qualsiasi tipo ancora esistenti. Tutto ciò è assolutamente fondamentale, così come sarà fondamentale puntare davvero sui giovani, consentendo a ognuno di loro di tracciare la propria strada attraverso scelte personali e libere, incoraggiandoli a fare esperienza ma senza costringerlo a lasciare il Paese per assenza di lavoro e di prospettive. Sarebbe una sconfitta per tutti - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia - se non si cogliessero oggi le grandi occasioni legate ad esempio al PNRR per realizzare quei cambiamenti fondamentali e attesi da molti anni e che dovranno traghettare il nostro Paese verso periodi più sereni e stimolanti".