31/05/2024 - IMPRESE, L'ILLEGALITA' E' UN PESO INSOSTENIBILE
"Il mancato rispetto della Legge è sempre un atto deplorevole che danneggia la collettività nella sua interezza - è quanto afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - poiché incide ad ogni livello e colpisce tutti, specialmente le categorie più deboli e più bisognose di tutele. Naturalmente l'illegalità ha tanti volti e innumerevoli sfaccettature, tutte accomunate dal fatto che hanno effetti negativi sulla crescita e lo Sviluppo. Nel mondo del lavoro poi - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - è ormai conclamato come le imprese siano fortemente penalizzate dai numerodi modi in cui la legalità non viene rispettata, con perdite ingenti che è possibile quantificare".
Recenti ricerche mirate in ambito lavorativo hanno messo in evidenza proprio la grande incidenza che i diversi fenomeni di illegalità, a cui si aggiungono l'abusivismo e la contraffazione, hanno sul mondo imprenditoriale del nostro Paese. Provando a fornire qualche informazione più precisa, si stima che in riferimento all'anno 2023 tali fenomeni siano costati quasi 40 miliardi di euro alle imprese e, come se non bastasse, hanno messo a repentaglio oltre 250.000 posti di lavoro. Si tratta di dati molto significativi che illustrano la portata e la dimensione di un problema che, inoltre, risulta diffuso su tutto il territorio nazionale, sebbene con differenze importanti di percentuali e specifiche voci nelle diverse aree del nostro Paese. Altra informazione allarmante è che ogni settore produttivo deve fare purtroppo i conti a vario titolo con l'illegalità e tale realtà è percepita in maniera nitida dai nuovi imprenditori, mlti dei quali sono preoccupati o addirittura scoraggiati per il persistere di determinate situazioni.
Tra tutti i fenomeni attraverso cui si concretizza l'illegalità, tenendo come riferimento il 2023, nel commercio l'abusivismo è la piaga principale, poichè si calcola che costi alle aziende qualcoa come 10 miliardi di euro, pesando per oltre 7 miliardi di euro anche nel mondo della ristorazione. Molto alto il tributo pagato anche per le spese difensive, le assicurazioni e per gli strumenti da opporre alla cyber criminalità. In prospettiva futura, riprnendendo il tema delle preoccupazioni per chi sceglie di fare impresa, restano problemi molto gravi quelli legati ad alcune fattispecie di reato, come ad esempio i furti non solo ai danni deli beni aziendali, ma anche verso la propria persona e verso i propri collaboratori. Altrettanto allarmante è il capitolo relativo al racket e all'usura, altre due voci di enorme impatto e davanti alle quali molti imprenditori non saprebbero come reagire: fa riflettere il fatto che quasi il 30% degli imprenditori dichiari di non essere sicuro che denunciare sia la scelta migliore, visto eventuali possibili minacce aggiuntive e la sensazione di non sentirsi pienamente protetti dallo Stato.
"Il concetto che gli svariati modi in cui l'illeglità prende corpo e si materializza nel quotidiano sia sempre un danno di grande rilevanza per i singoli e per il sistema Paese nella sua interezza deve essere affermato ogmi giorno con forza e decisione - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - senza lasciare nessun tipo di spiraglio a eventuali giustificazioni di sorta. Aziende casse pubbliche, piccole e grandi realtà lavorative pagano da tempo un prezo altissimo a causa di chi agisce al di fuori della Legge. In una fase in cui bisogna incoraggiare la crescita e puntare anche sul corsggio di fare impresa deve essere prioritario aiutare i nuovi imprenditori e tutelare quelli già al lavoro, anche attuando specifiche misure per contrastare i fenomeni ben noti di illegalità e per far sì che in certe situazioni delicate i cittadini sentano vicino lo Stato. Solamente in questo modo, puntando ancora una volta sul tessuto delle piccole e medie imprese con decisione - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - sarà possibile dare un impulso importante alla ripresa del nostro sistema economico".