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27/06/2024 - RAPPORTO INPS 2023 SUL LAVORO DOMESTICO

L'Osservatorio dell'INPS, analizzando i dati sui lavoratori domestici ha pubblicato il 21 giugno 2024, i risuldati dell'indagine dell'occupazione riferiti all'anno 2023, evidenziando tendenze significativamente in controtendenza nel settore, caratterizzato, come noto purtroppo da un altissimo numero di dipendenti irregolari. I numeri parlano di un calo dei contratti regolari e di una maggiore presenza di italiani tra i lavoratori del settore. Nell'anno 2023, i lavoratori domestici iscritti all'INPS sono stati 833.874, segnando una flessione del 7,6% rispetto al 2022. Questo calo segue i considerevoli aumenti osservati nel biennio 2020-2021, attribuibili alla regolarizzazione spontanea dei rapporti di lavoro durante il lockdown e all'entrata in vigore del decreto-legge del 19 maggio 2020, numero 34 "Rilancio" che ha regolamentato l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Il calo nel numero complessivo di lavoratori domestici è simile tra uomini e donne, ma la composizione per genere evidenzia una prevalenza femminile in aumento. Nel 2023, le donne rappresentano ben l'88,6% del totale, il valore più alto degli ultimi sei anni. Gli uomini, al contrario, sono scesi sotto le 96.000 unità, evidenziando come la regolarizzazione abbia inizialmente interessato maggiormente i lavoratori maschili, molti dei quali hanno poi trovato impiego in altri settori. A livello geografico è il Nord-Ovest ad essere l'area con il maggior numero di lavoratori domestici (30,7%), seguita dal Centro (27,6%), dal Nord-Est (19,9%), dal Sud (12,2%) e dalle Isole (9,6%). La Lombardia si conferma come regione con il maggior numero di lavoratori (162.227, pari al 19,5% del totale), seguita da Lazio (14,1%), Toscana (8,8%) ed Emilia Romagna (8,6%). Queste quattro regioni concentrano poco più della metà dei lavoratori domestici nella nostra Penisola. Il 68,9% dei lavoratori domestici è costituito da stranieri, una percentuale  pero che risulta in lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti.  La maggior parte  dei lavoratori proviene dall'Europa dell'Est ( sono 297.373, pari al 35,7% del totale). Seguono gli italiani (31,1%), i lavoratori dal Sud America (8,1%) e dall'Asia Orientale (5,8%). La distribuzione tra le tipologie di lavoro domestico vede una quasi parità tra "Badanti" (49,6%) e "Colf" (50,4%).  Le colf sono prevalenti tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, con l'eccezione di quelli provenienti dall'Europa dell'Est, dall'Asia Medio Orientale, dal Nord America e dall'America Centrale,  tra i quali  prevalgono le invece le Badanti. La fascia d'età più rappresentata è quella dei 55-59 anni, che costituisce il 18,1% del totale dei lavoratori domestici. Il 23,9% ha 60 anni o più, mentre solo l'1,5% ha meno di 25 anni.  Un dato che spicca emerso dall'analisi delle retribuzioni è che, contrariamente a quanto accade in altre categorie lavorative, le lavoratrici domestiche percepiscono mediamente retribuzioni più alte rispetto ai colleghi maschi. Dalla relazione emerge anche che nell’anno già trascorso (2023) la classe dell’orario medio settimanale è “25-29 ore” pesa per il 21,2%.  Lo stesso vale per la tipologia di rapporto colf (25,3%), invece per la tipologia di rapporto badante è la classe “50 ore e oltre” (32,3%) ad avere la frequenza maggiore; infatti si osserva che ben il 58,3% dei lavoratori con tipologia di rapporto badante, proprio per la caratteristica del lavoro che svolge, si concentra nelle  classi oltre le 29 ore settimanali.  Al contrario, la maggioranza dei lavoratori con tipologia di rapporto colf, lavora meno di 25 ore a settimana.