05/07/2024 - SPESE E PROGETTI, IL PUNTO SUL PNRR
"L'attuazione dei progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una questione decisamente complessa che richiede l'azione congiunta di diversi soggetti e che resta argomento molto delicato sotto tanti punti di vista - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - tanto per il nostro Paese quanto per tutti gli altri Governi che fanno capo a Bruxelles e che devono ovviamente informare l'Unione Europea circa i risultati raggiunti, le spese sostenute e quelle da affrontare in prospettiva per soddisfare le richieste in merito. Le risorse legate al PNRR sono assolutamente irrinunciabili e rappresentano, sin dal primo momento in cui sono state ideate e stanziate, un apporto fondamentale per la ripresa dopo il dramamtico periodo legato alla pandemia ed è di vitale importanza, per tutti gli Stati interessati, realizzare i lavori previsti per poter accedere a questa importante fonte di entrata. Naturalmente - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - anche per l'Italia la situazione appare ancora ingarbugliata e servirà un impegno serio e costante da qui fino al prossimo biennio".
Arriva, abbastanza prevedibile, una sorta di tirata d'orecchie da Bruxelles in merito all'attuazione del PNRR e delle spese messa in atto dai relativi Paesi. E se si vuole dare seguito al detto "Mal comune, mezzo gaudio", l'Italia si può consolare, poichè da questo punto di vista si trova in buona compagnia, considerando che praticamente nessun Governo è riuscito effettivamente a rispettare in maniera precisa i programmi di spesa. Infatti, è proprio la Commissione Europea ad affermare testualmente che, alla data del 21 febbraio scorso, in occasione di una valutazione intermedia, "In tutti gli Stati membri, il livello di spesa effettivamente sostenuto finora è inferiore alle risorse trasferite, in quanto nei primi anni di attuazione dei Piani nazionali, gli obiettivi da raggiungere sono stati in prevalenza di natura qualitativa". In sostanza, quindi, un problema diffuso che mette in evidenza difficiltà comuni ai diversi Paesi nel riuscire a mettere in pratica quanto immaginato e programmato.
La partita resta dunque apertissima e ogni Governo dovrà provare a superare difficoltà e imprevisti di ogni sorta per riuscire a ragiungere gli obiettivi prefissati in linea con quanto indicato dall'Europa, per portare a compimento quegli interventi reputati necessari e che rappresentano la chiavi di volta obbligata per poter ottenere i soldi in arrivo. Spostando l'attenzione in particolare sulla situazione italiana, basti pensare che ad oggi sono stati impiegati meno di 45 miliardi di euro e che in tre anni, d'ora in avanti, bisognerà riuscire a impiegare una somma superiore al triplo di quella utilizzata fino a questo momento, ossia qualcosa come 151,4 miliardi di euro. Solo così sarà possibile arrivare alla scadenza del 2026 in linea con quanto stabilito negli accordi con l'UE. Per provare a realizzare quella che ad oggi sembra una missione quasi impossibile, si batteranno ovviamente diverse strade, provando a puntare sui ministeri dimostratisi più attivi fino a oggi e provando a ercare soluzioni adatte per quelli invece più bloccati: tra quelli che hanno speso di più, ad esempio, troviamo, Ambiente e Sicurezza Energetica, Imprese e Made in Italy, Infrastrutture e poi, a seguire, Istruzione, Università e Transizione Digitale. Tuttavia Infrastrutture e Lavori Pubblici stanno anxora manifestando difficoltà e ritardi su cui occorrerà riflettere e agire.
"Lo sforzo richiesto all'Italia e agli altri Paesi è indubbiamente importante e richiede un lavoro impegnativo, costante e coordinato, che abbia come fulcro l'intero sistema-Paese - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e in tal senso ogni singolo Governo è chiamato a una prova molto importante di efficienza, attenzione e lungimiranza. La capacità di saper progettare e organizzare diventa cruciale in situazioni di questo genere dove il rischio paralisi dei lavori può mettere in discussione la grande opportunità fornita dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ossia di un'occasione forse irripetibile per realizzare riforme e cambiamenti che sono fondamentali per la crescita. Speriamo davvero di riuscire a farci trovare pronti - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - per cambiare marcia e portare a termine i lavori necessari, rispettando così gli accordi presi e fornendo al Paese una spinta decisiva verso il futuro".