La Circolare 17/e dell’Agenzia delle entrate, datata 23 maggio 2017, definisce le modalità attraverso cui si prova ad “attrarre capitale umano” mediante incentivi fiscali a favore di lavoratori che traferiscono in Italia la propria residenza fiscale. Nel documento vengono individuate alcune categorie specifiche. Per i nuovi residenti previsto un nuovo regime fiscale, figlio della Legge di Bilancio 2017: in tal caso, il target di riferimento è costituito da soggetti ad elevata capacità contributiva e l’incentivo si sostanzia nel consentire alle persone fisiche intenzionate a spostare la residenza fiscale nel nostro Paese di beneficiare di un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti oltre i confini nazionali che viene forfettariamente stabilita in 100 mila euro per ogni periodo d’imposta. Relativamente ai lavoratori che, in possesso di requisiti specifici, trasferiscono in Italia la residenza fiscale per svolgervi un’attività lavorativa già dal 2016, e che sono definiti lavoratori impatriati, è previsto un regime di imponibilità ridotta che, dal 1° gennaio, è passata dal 70% al 50%. Incentivi anche per ricercatori e docenti, i cui redditi concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 10% e vengono esclusi dal valore della produzione netta ai fini Irap: tale agevolazione decorre dal periodo d’imposta in cui il soggetto interessato diviene residente fiscalmente in Italia e nei tre periodo successivi d’imposta, fermo restando il requisito della residenza fiscale sul territorio dello Stato. Incentivi fiscali a disposizione anche dei lavoratori definiti controesodati, cioè rientrati in Italia entro il 31/12/2015 dopo essersi trasferiti all’estero: tali soggetti beneficiano di una parziale imponibilità del reddito derivante da attività di lavoro autonomo, dipendente o d’impresa iniziate in Italia richiedendo la tassazione dei redditi prodotti in Italia, su una base imponibile del 70% per il 2016 e del 50% per il periodo 2017/2020.