04/07/2017 - PARTITE IVA:DAGLI STUDI DI SETTOER AGLI INDICI DI AFFIDABILITA' FISCALE
Gli studi di settore non sembrano più di avere l’affidabilità riconosciuta loro in passato e presto ci si servirà di strumenti differenti per effettuare i necessari controlli a livello fiscale. In particolare, il popolo delle partite Iva, le cui dimensioni ormai non possono più essere considerate trascurabili, poiché secondo le ultime rilevazioni delle statistiche fiscali sono quasi 3 milioni e mezzo, è sempre meno soggetto a questo tipo di verifiche. Nel 2016, infatti, gli accertamenti in tal senso sono stati 3.765, che in percentuale significa ben il 53,8% in meno rispetto all’anno precedente; d’altra parte, già nel dicembre 2009 una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite aveva sancito che, per l’appunto, gli studi di settore da soli non rappresentassero più una misura sufficiente per eventuali contestazioni. L’evoluzione in questo ambito sono gli indici di affidabilità fiscale, che incarnano tra l’altro l’obiettivo di un fisco che mira ad anticipare la sua azione piuttosto che intervenire dopo: per realizzare tal scopo, l’idea è quella di stimolare la compliance servendosi di un metodo che ricorda la pagella, poiché prevede l’attribuzione di un voto al contribuente da 1 a 10 e che comprende un arco temporale lungo, che si attesta sugli 8 anni. Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, nel futuro prossimo, terranno in gran conto proprio l’affidabilità fiscale nelle valutazioni inerenti al rischio di evasione fiscale.