“I dati e le informazioni acquisite nell’ambito delle attività svolte ai sensi del presente articolo sono utilizzabili ai fini fiscali, secondo le disposizioni vigenti”: così recita il Decreto Legislativo n. 231 del 21 novembre 2007, all’articolo 9, comma 9. Il decreto in questione si occupa, in particolare, della prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, rifacendosi a Direttive Europee di poco precedenti. Il legame sempre più frequente e inequivocabile fra il riciclaggio di denaro derivante da attività illecite e numerosi fenomeni di evasione fiscale ha spinto il legislatore a consentire di utilizzare dati e informazioni raccolti ai fini della normativa antiriciclaggio per obiettivi di natura fiscale. Di conseguenza, emerge con sempre maggiore chiarezza la necessità di poter usufruire di una notevole quantità di informazioni legate ad entrambi i settori al fine di prevenire e combattere due fenomeni strettamente interconnessi. Proprio all’interno di queste dinamiche si inserisce l’importante comunicazione che arriva dalla Guardia di Finanza, mediante l’emissione della Circolare n. 210557 datata 7 luglio 2017: la circolare in oggetto fornisce le direttive di carattere operativo per l’attività delle Unità operative, provvedendo a delineare, nello specifico, un inquadramento del nuovo quadro normativo di riferimento in materia di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. In particolare, vengono evidenziati i principali elementi di novità in materia di approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette, di soggetti sottoposti alla vigilanza ispettiva del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, di disciplina sanzionatoria per i soggetti obbligati, di utilizzabilità, di regime applicabile ai money transfer e agli operatori del settore dl gioco, oltre che, come detto, di utilizzabilità di dati e informazioni acquisite ai sensi delle normativa contro il riciclaggio ai fini fiscali.