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07/08/2017 - RESTO AL SUD, ECCO LE NOVITĄ

Una delle iniziative più interessanti dell’ultimo periodo a livello fiscale è senza dubbio l’incentivo diretto all’imprenditoria giovanile nelle regioni del Mezzogiorno, non a caso denominato “Resto al Sud”, di cui abbiamo già dato notizia più di un mese fa (è possibili rileggere la notizia sul nostro sito del 12 giugno scorso). Il 26 luglio scorso il decreto che ha come oggetto le imprese del Meridione ha incassato il primo sì del Senato, ottenendo il voto di fiducia, ed è ora passato all’esame della Camera; il processo di conversione in legge, durante il tradizionale iter normativo, ha subito modifiche niente affatto trascurabili. È bene intanto ricordare sinteticamente che il decreto ha introdotto forme di incentivazione per i giovani del Mezzogiorno, per promuovere la costituzione di nuove imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che la misura prevede per il 35 per cento erogazioni a fondo perduto e per il 65 per cento prestito a tasso zero da rimborsare, complessivamente, in otto anni, e che infine il provvedimento è destinato ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, residenti, al momento della presentazione della domanda, nelle regioni citate, o che ivi trasferiscano la residenza e la mantengano per tutta la durata del finanziamento. Tra le novità introdotte in corso d’opera c’è da dire che l’ammontare massimo di ciascun progetto di investimento, al quale è commisurato il credito d’imposta, è stato elevato da 1,5 a 3 milioni di euro per le piccole imprese e da 5 a 10 milioni per le medie imprese, mentre è rimasto a 15 milioni per le grandi imprese, e che la soglia massima del finanziamento viene innalzata a 50 mila euro per singolo richiedente in forma di impresa individuale o di società, mentre arriverebbe a 200 mila euro, nei limiti della disciplina aiuti de minimis, per le domande presentate da più richiedenti che si costituiscono o sono già costituiti in società, ivi comprese le società cooperative. Inoltre, un nuovo articolo estende la misura “Resto al Sud” alle imprese agricole, mediante una specifica destinazione di 50 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione; tra le possibili modifiche future, si potrebbe portare a 7 anni (contro gli attuali 5) il termine minimo in cui l’attività delle imprese dovranno rimanere ubicate nelle Zone Economiche Speciali.