10/08/2017 - FISCO: TRASPARENZA E PROGRESSIVITÀ A RISCHIO
“Più volte abbiamo espresso il parere che caratteristiche indispensabili del sistema fiscale –dice la Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- debbano essere equità, trasparenza e sostenibilità. Purtroppo ad oggi dobbiamo prendere atto del fatto che si fa estrema fatica a ricondurre in maniera inequivocabile tali concetti al Fisco nostrano, come dimostrano anche ricerche e indagini statistiche degli ultimi tempi, di cui abbiamo sempre provato a dare conto nelle settimane precedenti. Analizzando dati e vicende legate al Fisco italiano, infatti, emergono incongruenze e situazioni poco chiare che, troppe volte, lasciano un vivo senso di insoddisfazione presso i contribuenti –aggiunge l’Amministratore Unico del Caf Italia- anche perché tutto ciò, insieme ai numerosi esempi di elusione ed evasione ancora presenti, porta ad un quadro globale di tasse e imposte che in pochi giudicano equo e a misura di cittadino”.
Chi crede che nel nostro Paese affermazioni come “Più si lavora, più si guadagna” e “Chi è più ricco paga più tasse”, che in maniera magari poco ortodossa rimandano a concetti di equità e giustizia sociale, perché legati a quelli di meritocrazia e progressività degli obblighi fiscali, dovrà ricredersi o, perlomeno, riconsiderare determinate valutazioni analizzando ogni caso singolarmente. Questo è ciò che si può dire provando ad analizzare quanto emerso da uno studio del centro di analisi del Senato; l’Ufficio di valutazione dell’impatto descrive una realtà su cui bisognerebbe riflettere in maniera accurata, anche solo se ci si sofferma sul titolo dello studio, ossia “La giungla delle aliquote marginali effettive”, o ancor di più sul sottotitolo “Al contribuente conviene sempre lavorare di più?”. In sostanza, il quadro globale che viene fuori è quello di un Fisco che non è garanzia di equità e che in molte situazioni non è in grado di tener fede al principio di progressività (che rappresenta peraltro un principio esplicitamente indicato dalla nostra Costituzione) e a quello di trasparenza. Tra aliquote, mancate detrazioni e non diritto ai bonus, molto spesso vengono accomunate a livello fiscale situazioni che presentano, nella realtà dei fatti, differenze enormi a livello reddituale. Nello studio sopra citato, ad esempio, viene dimostrato come gli stipendi fino ai 28mila euro possono generare, per gli interessati, situazioni quasi paradossali, poiché accettare un aumento di stipendio (!), uno straordinario o una collaborazione potrebbe, per questi lavoratori, non comportare nessun tipo di convenienza in termini di guadagno.
Per quel che riguarda le aliquote Irpef il nostro sistema prevede cinque scaglioni, che vanno da una percentuale minima del 23% per redditi fino a 15mila euro lordi all’anno, ad una percentuale massima del 43% per redditi eccedenti i 75mila euro annui lordi: tuttavia, in un sistema in apparenza abbastanza trasparente, si vanno ad incastonare altre voci, tutt’altro che trascurabili. Per capire se il principio di progressività sia realmente rispettato nel nostro Paese, non bisogna infatti prendere in considerazione unicamente le aliquote ufficiali: nella valutazione entrano infatti in maniera pesante fattori come le detrazioni per reddito e carichi familiari, le deduzioni, le addizionali locali, il bonus 80 euro, gli assegni familiari, le zone di incapienza. È proprio a questi elementi nel complesso che ci si riferisce quando si parla di “aliquote implicite”, che risultano particolarmente insidiose e che minano in maniera pesante i livelli di trasparenza, equità e progressività, poiché sfuggono normalmente alla percezione del contribuente e non sono indicate in un testo di legge, ma emergono dalle varie situazioni familiari e dalle condizioni personali.
“Lo studio condotto dal Senato –dice ancora la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- è l’ennesima dimostrazione di come sia più che mai opportuna una riflessione attenta e scrupolosa sull’attuale sistema fiscale italiano. Crediamo sia necessario che venga messo a disposizione di tutti i contribuenti un Fisco più agile, più chiaro e più attento alle realtà presenti ad oggi nel nostro Paese. Da parte nostra –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia- continueremo come sempre a fare di tutto per segnalare alle autorità competenti qualsiasi problematica relativa alla materia fiscale, seguitando al contempo a svolgere il nostro lavoro di assistenza ai cittadini con tutta la professionalità maturata in tanti anni di esperienza e con tutto l’impegno di cui siamo capaci”.