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29/09/2017 - OK DELLA CAMAERA ALLA PROPOSTA DI LEGGE PER IMPRESE CULTURALI E CREATIVE
Da anni si sostiene, sia negli ambienti politici che tra le fila dell’opinione pubblica e della società civile, che il nostro Paese dovrebbe sfruttare in maniera più accorta ed efficace l’enorme patrimonio artistico culturale di cui dispone; l’attualità di tale discorso è emersa più che mai nell’ultimo decennio, in particolare quando le drammatiche difficoltà legate alla grave crisi economica che ha colpito tutti Paesi del mondo occidentale ha reso più che mai urgente la ricerca di nuovi sbocchi economici. Tuttavia, rimane sempre l’idea di un potenziale sconfinato non adeguatamente utilizzato in Italia, una terra nota nel mondo come il Belpaese, per cui sarebbe più che mai opportuno che si intensificassero i provvedimenti in grado di valorizzare le iniziative di carattere culturale e artistico. A tal proposito è di sicuro interesse la proposta di legge “Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative”, approvata dalla Camera e ora al vaglio del Senato: si tratta di un’interessante proposta che potrebbe introdurre novità di rilievo nel settore in oggetto e che presenta possibili soluzioni in grado di intervenire in maniera efficace sul territorio, apportando benefici importanti a livello economico e culturale. In particolare, si prevede che per lo svolgimento delle attività di perseguimento dell'oggetto sociale, le imprese culturali e creative possono chiedere la concessione di beni demaniali dismessi, con particolare riferimento a caserme e scuole militari inutilizzate, non utilizzabili per altre finalità istituzionali e non trasferibili agli enti territoriali. A tali fini, l'ente gestore predispone un bando pubblico per la concessione dei beni alle imprese maggiormente meritevoli per adeguatezza del progetto artistico-culturale. I beni sono concessi per un periodo non inferiore a dieci anni, a un canone mensile non superiore a 150, con oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del concessionario. È bene infine chiarire quali siano i soggetti identificabili come imprese culturali e creative: sulla scorta di quanto indicato dalla proposta di legge, si tratta di quelle aventi come oggetto sociale esclusivo o prevalente l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei, nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati.