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18/10/2017 - CORRUZIONE, UN FENOMENO ANCORA MOLTO DIFFUSO

Molto spesso si parla di come la situazione economica generale del nostro Paese potrebbe migliorare se ci fosse un diffuso rispetto della legalità e delle regole da parte di tutti gli attori sociali, partendo dal singolo contribuente e finendo a tutte le imprese presenti sul territorio, da quelle individuali ai colossi dei vari settori. Per ovvie ragioni connesse al nostro ramo di competenza, spesso diamo conto di novità e provvedimenti legati a fenomeni quali evasione ed elusione fiscale, che incidono in maniera consistente sui conti pubblici: tuttavia esistono diverse forme di mancato rispetto delle prescrizioni di legge che vanno a danneggiare in maniera consistente le casse dello Stato. A tal proposito, è interessante quanto emerso di recente dall’Indagine sulla sicurezza dei cittadini relativa al periodo 2015-2016, i cui dati sono stati resi noti dall’Istat. La prima informazione che balza all’occhio è di carattere generale, e racconta che il totale di famiglie italiane coinvolte almeno in un’occasione nel corso della loro vita in un evento riconducibile, almeno in potenza, al mondo della corruzione, è superiore a 1 milione e 740 mila: l’evento potenzialmente corruttivo è legato a favori, richieste di denaro, regali o altro in cambio di agevolazioni, favoritismi o servizi di varia natura. Facendo una valutazione territoriale, la provincia più virtuosa da questo punto di vista risulta essere quella autonoma di Trento, con il 2,6% di famiglie interessate al fenomeno; le regioni che presentano una percentuale più alta di famiglie coinvolte sono invece il Lazio, col 18%, l’Abruzzo con l’11,5% e la Puglia con l’11%; è però interessante notare come le percentuali tendano a variare in base al tema oggetto della situazione legate alla corruzione. La quota di famiglie che ha ricevuto tali richieste nel corso della vita è del 3,2% nel settore lavorativo, lo 0,6% nell'ambito dell'istruzione pubblica, l'1% ha assistito al coinvolgimento delle forze dell'ordine, lo 0,5% ha riguardato le public utilities, il 2,1% i servizi erogati dagli uffici pubblici, il 2,4% la sanità soprattutto per quanto concerne le visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri e interventi. Infine, non è immune al fenomeno il settore della Giustizia: il 2,9% delle famiglie, infatti, dichiara di aver ricevuto richieste di favori o denaro da giudici, pubblici ministeri, avvocati, cancellieri, testimoni o altre figure del settore, soprattutto nel corso di cause civili.