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20/10/2017 - PROGETTO “RESTO AL SUD”, FRA SPERANZE E IMPERFEZIONI
Fra le diverse comunicazioni relative alle agevolazioni previste per particolari categorie di contribuenti al fine di incentivare l’imprenditorialità e dare una spinta al processo di ripresa economica, abbiamo fatto riferimento nei mesi scorsi all’iniziativa dedicata alle regioni meridionali e ancorata alla misura denominata “Resto al Sud”. Per riprendere le informazioni precedentemente pubblicate è sufficiente andare ai link https://www.cafitalia.eu/news/?id=494 e https://www.cafitalia.eu/news/?id=433 . L’argomento, che è di sicuro interesse e reca con sé importanti prospettive per il futuro di una zona dalla situazione sempre particolarmente delicata, e che si rivolge ad una categoria, quella degli under 35, notevolmente colpita dalla lunga recessione economica e dalla disoccupazione, è tornato alla ribalta per via di alcuni rilievi mossi dal Consiglio di Stato: tale organo, infatti, si è espresso mediante il parere numero 02153/2017 del 16 ottobre 2017, esprimendo dubbi di natura tecnica. Innanzitutto, viene sottolineata la presenza di disposizioni sulle quali bisognerà intervenire apportando le necessarie correzioni, poiché esse non trovano un supporto nelle previsioni del decreto: ad esempio la cumulabilità di resto al Sud con le agevolazioni della cosiddetta Nuova Marcora (Istituzione nuovo regime aiuto per la nascita e lo sviluppo di società cooperative di piccola e media dimensione). E ancora, nel regolamento si stabilisce che la realizzazione dei progetti deve essere ultimata entro ventiquattro mesi dal provvedimento di concessione, mentre sul punto il decreto legge n. 91/2017 tace e si limita ad affermare che il rimborso del prestito deve avvenire entro otto anni; tra l’altro, lo schema di regolamento non dedica neanche una riga o dedica disposizioni poco chiare alle modalità del monitoraggio della misura, alle modalità per l'escussione della garanzia e alla misura della garanzia prevista dall'articolo 1, comma 9, del Decreto Legge. Eppure, dal Ministero per la Coesione Territoriale non trapelano particolari preoccupazioni circa il successo del provvedimento, tanto che si spera ragionevolmente di poter favorire, mediante tale iniziativa, il sorgere di 100mila nuove imprese nell’arco di quattro anni.