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28/11/2017 - STUDI DI SETTORE, ECCO I DATI DI CONGRUITÀ DEL 2016

In ambito fiscale ci si imbatte spesso nel concetto di congruo, termine che ha una sua importanza ben definita e per nulla trascurabile, perché legato al principio di regolarità fiscale: per l’analisi dei livelli di congruità giocano un ruolo fondamentale gli studi di settore. Tale congruità concede in realtà una seconda possibilità ai contribuenti che si concretizza nella possibilità di ricorrere agli adeguamenti in dichiarazione, anche se a dire il vero tale secondo momento non porta a grandi cambiamenti in percentuale sul totale. Per essere più precisi, con riferimento all’anno 2016, emerge come il 64% dei contribuenti sia risultato subito in linea con i criteri di regolarità previsti dal Fisco; tale percentuale, dopo il processo di adeguamento in dichiarazione, arriva quasi al 72%, lasciando di conseguenza il restante 28% nell’area dei cosiddetti “irriducibili”, percentuale che, tradotta in numeri concreti, significa circa 1 milione di lavoratori. A dare conto di questi risultati sono le tabelle pubblicate nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate. Andando più nello specifico, vale a dire addentrandoci nell’universo delle specifiche professioni, scopriamo che gli amministratori di condominio rappresentano la categoria col maggiore tasso di regolarità rispetto ai calcoli dello Studi di Settore, dall’alto del loro 75% di congruità immediata, che si trasforma nel 79% dopo l’adeguamento; ben posizionati in graduatoria anche i laboratori professionali di analisi, con il 68% che sale al 74% dopo l’adeguamento. Tra i meno congrui col Fisco ci sono invece i commercianti, dei quali solo il 57% in prima battuta risulta in regola con i redditi dichiarati, percentuale che però arriva fino al 68,6% in fase di dichiarazione. Nell’analizzare i dati in questione bisogna anche tener conto della capacità diversa del Fisco di controllare le diverse categorie, fattore che incide in maniera importante sulle percentuali di regolarità.