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16/04/2018 - RIFORMA IVA DI AMPIO RESPIRO: NOVITÀ FISCALI ANNUNCIATE DALL’UE

La parola “cambiamento” è il tratto distintivo dell’attuale fase storica in ambito fiscale, tanto a livello italiano che a livello europeo; ed è proprio dalla Commissione europea che arrivano segnali inequivocabili in tal senso, con l’annuncio di nuove misure europee per la riforma di un capitolo in particolare, ossia la riforma dell’Iva. A farsi portavoce di tale atteggiamento è direttamente Pierre Moscovici, Commissario agli affari economici e fiscali, nel corso di un’audizione al Parlamento europeo. Nel parlare di riforme fiscali necessarie per portare al completamento del principio di mercato unico, Moscovici definisce strutturale la riforma dell’Iva, anche perché dopo più di 25 anni (le ultime norme in materia di imposta sono del 1992) è più che mai stringente la necessità di procedere con quel progetto a largo respiro che si confida si portare a termine entro il 2022 e che ambisce a essere un sistema Iva definitivo. Secondo le parole dello stesso Commissario europeo, il sistema attuale è un sistema frammentato che impedisce alle società di trarre il massimo beneficio dal mercato unico: è un sistema permeabile alle frodi transfrontaliere con un deficit di 50 miliardi di euro all'anno solo per le frodi carosello. Una delle misure presentate a gennaio di quest'anno, in effetti, riguarda la lotta alla frode dell'Iva per le operazioni intracomunitarie. Il pacchetto, presentato dalla Commissione per contrastare le frodi Iva si pone lo scopo di rafforzare la fiducia tra gli Stati membri, implementando uno scambio di informazioni integrato tra le autorità fiscali. Una parte molto importante del nuovo progetto Iva è stata la proposta dell'introduzione a un regime flessibile che dia ai singoli stati membri la possibilità di attuare politiche attraverso la modulazione dell'imposta con una fascia di aliquote non rigida. Gli unici prodotti con un'aliquota fissa saranno quindi beni specifici, quali armi, gioco d'azzardo, tabacco o attività finanziarie. Una flessibilità che non deriva solo dalle aliquote, ma anche dalla riduzione dei costi di compliance per le Pmi.