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17/04/2018 - NIENTE TASSE SULLE COMMISSIONI AI PROCURATORI NEL CALCIO
Intervento autorevole in materia di tasse sulle commissioni in ambito sportivo, con particolare riferimento in realtà al mondo del calcio e ai legami fra società e procuratori: si tratta di una materia che a volte dà luogo a situazioni soggette a possibili interpretazioni sbagliate da parte dei diretti interessati o degli enti preposti al controllo. La vicenda, in particolare, riguarda l’U.S. Lecce, che aveva suo malgrado subito un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per non aver operato le ritenute Irpef sui compensi erogati a favore di alcune società che avevano affiancato i calciatori nella negoziazione dei contratti. L'ufficio qualificava tali importi come fringe benefit, assimilandoli a compensi che i singoli calciatori avrebbero dovuto pagare ai propri agenti (quindi con natura di retribuzione aggiuntiva). A parere del Fisco, in sostanza, i contratti tra la società di calcio e i procuratori erano simulati, in quanto finalizzati a corrispondere ulteriori redditi da lavoro dipendente ai singoli atleti. Un'interpretazione fondata, secondo l'Agenzia, sul fatto che all'epoca dei fatti gli agenti per regolamento Fifa non potevano rappresentare più di una parte. Il club salentino però affermava che tali compensi non fossero in realtà imponibili, ricorrendo contro quanto affermato dalle Entrate: la Commissione tributaria provinciale di Lecce ha dato ragione alla società di calcio, affermando che l'ufficio non ha provveduto a fornire adeguata prova di tale simulazione da cui desumere l'esistenza di un accordo a tre tra società sportiva, società di intermediazione e calciatore. Secondo la Ctp di Lecce, che ha dunque accolto i ricorsi, assoggettare tali compensi a ritenuta, come se fossero del calciatore, darebbe luogo a un problema di doppia imposizione. In definitiva, quindi, non si applicano tasse sulle commissioni pagate da una società di calcio ai procuratori dei giocatori