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24/05/2018 - LA FUSIONE NON IMPLICA SEMPRE L�ELUSIONE FISCALE
Fusione non � necessariamente sinonimo di elusione ai danni del Fisco, neanche se da tale operazione si d� origine a un rilevante vantaggio fiscale: l�irregolarit� pu� essere accertata e condannata solo qualora tale operazione avesse violato le norme esistenti. A stabilirlo � la Corte di Cassazione che, mediante la Sentenza n. 11436 dell�11 maggio 2018, ha respinto il ricorso presentato dall�Agenzia delle Entrate. Il fatto aveva riguardato la preliminare svalutazione delle partecipazioni da parte della controllante al 100% poi seguito dalla fusione. Quindi le perdite maturate nell'esercizio precedente erano state riportate in quello successivo, come espressamente autorizza il Testo unico delle imposte sui redditi: tale operazione, indubbiamente vantaggiosa, non pu� per� essere catalogata come abuso del diritto. I giudici hanno infatti ricordato che, in materia tributaria, l'opzione del soggetto passivo per l'operazione negoziale fiscalmente meno gravosa non � sufficiente a integrare una condotta elusiva, essendo necessario che il conseguimento di un �indebito� vantaggio fiscale, contrario allo scopo delle norme tributarie, costituisca la causa concreta della fattispecie negoziale e, ancora, che la scelta di un'operazione fiscalmente pi� vantaggiosa non � sufficiente a integrare una condotta elusiva, laddove sia lo stesso ordinamento tributario a prevedere tale facolt�, a condizione che non si traduca in uso distorto dello strumento negoziale o in un comportamento anomalo rispetto alle ordinarie logiche d'impresa, posto in essere per realizzare non la causa concreta del negozio ma esclusivamente o essenzialmente il beneficio fiscale.