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23/05/2018 - IL RAPPORTO ANNUALE ISTAT FOTOGRAFA LA REALTĄ DEL PAESE

“L’idea che siamo entrati una fase nuova, decisamente diversa da quella drammatica degli ultimi anni, almeno per quanto attiene alle prospettive a breve termine –sono le parole della Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- è ormai una realtà condivisa negli ambienti istituzionali, sia italiani che sovranazionali. Ovviamente ciò non implica che, qualsiasi cosa accada, ci aspetta ora un periodo economicamente florido o una fase in cui problemi come il debito pubblico e la disoccupazione, tanto per citarne alcuni, siano ormai lontani dalla nostra quotidianità. Anzi –aggiunge la Dott.ssa Sergio- è proprio adesso che occorre operare in maniera lungimirante e attenta, al fine di lasciarsi alle spalle molte difficoltà che, fino a qualche tempo fa sembravano insormontabili. Proprio ora serve concretizzare le opportunità che si affacciano all’orizzonte per far ripartire il Paese: sprecare questo momento sarebbe gravissimo e imperdonabile”.

A descrivere un quadro profondamente mutato nell’ultimo periodo arriva il consueto rapporto annuale Istat, foriero di spunti molto interessanti e ricco di indicazioni da non trascurare per capire la situazione attuale del Paese. Tra i dati più confortanti troviamo di sicuro la miglior crescita del Prodotto interno lordo degli ultimi 10 anni, con buone notizie dal settore dei servizi e dall’industria nostrana; anche l’universo delle costruzioni dà segnali finalmente positivi. Ma se i dati globali raccontano di un Paese effettivamente in ripresa, continua ad essere preoccupante il capitolo relativo al sud: il Meridione fa ancora moltissima fatica e si tratta di dati sicuramente deludenti anche in virtù del fatto che nel 2015 e nel 2016 la situazione sembrava descrivere una fase di recupero reale e concreta. E proprio nel Mezzogiorno italiano, purtroppo, aumenta anche la percentuale di povertà assoluta, così come il fenomeno migratorio dal Sud verso le grandi città del Nord: il problema della fuga però rappresenta una costante che riguarda tutto il Paese, con tanti italiani che continuano a scegliere di andare all’estero.

Un dato molto interessante che emerge dal documento targato Istat è un cambiamento di mentalità per quel che riguarda l’approccio dei giovani al mondo del lavoro. Se praticamente da sempre, e ancor di più con la grave crisi occupazionale dell’ultimo decennio, tale ricerca si concentrava soprattutto nella rete di parenti, amici e conoscenti, oggi pare che le cose stiano andando verso un’altra direzione. Sono sempre di più, infatti, i giovani che cercano un’occupazione bypassando il contatto diretto per dedicarsi alla ricerca in rete, rispondendo ad annunci e inviando curriculum: ed è rilevante apprendere che se l’inserimento lavorativo è riconducibile alla rete di conoscenze dirette, ha come conseguenza, in molti casi, retribuzioni più basse, minore coerenza fra le mansioni svolte e il proprio percorso di studi, e minore stabilità.

“Le indicazioni emerse da questo lavoro condotto con grande attenzione e competenza –dice la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- fornisce al solito un quadro ben preciso dell’Italia odierna, un Paese sfinito da anni di durissima recessione ma che può avere in sé mille risorse per poter mettersi alle spalle, con pazienza e abnegazione, tale periodo nero. Ed è proprio guardando alla panoramica fornita dal lavoro dell’Istat che bisognerebbe concentrarsi sulle cose da valorizzare e su quelle invece da cambiare, perché solo tenendo bene a mente quella che è la realtà degli italiani e del Paese è possibile intervenire in maniera davvero efficace. Solo guardano al Paese reale –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia- è possibile mettere in piedi quei provvedimenti capaci di fare la differenza: e, come ribadito più volte, tra le misure da attuare con urgenza rientra senza dubbio un lavoro capace di realizzare un sistema fiscale attento alla realtà, equo e trasparente”.