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20/06/2018 - CONDONI, SANATORIE, EVASIONE: IL FISCO TRA PASSATO E PRESENTE

“Le riflessioni sull’accettabilità di determinate scelte strategiche in ambito fiscale a livello etico-morale e l’impatto che le stesse scelte hanno in concreto sulle casse dello Stato e, di conseguenza, sull’intera collettività, sono sempre molto complesse e spinose –afferma la Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- ma rappresentano una realtà che va comunque valutata e analizzata con la maggiore attenzione possibile. Si tratta in molti casi di scelte impopolari, magari anche inique o ingiuste, ma sono figlie di una situazione che presenta errori e gravissime ingiustizie a monte e che in un certo senso alle volte obbligano a scegliere il male minore per consentire ai conti pubblici di riavere un po’ di ossigeno in momenti particolarmente delicati. Sicuramente – aggiunge l’Amministratore Unico del Caf Italia- bisogna fare in modo che certe cose non accadano e che legalità, trasparenza ed equità non debbano mai essere messe in discussione”.

Sanatorie, concordati, condoni fiscali sono tutte espressioni che sembrano rimandare a qualcosa di poco corretto, poco chiaro e poco onorevole, ma tremendamente concreto e realistico in un Paese come il nostro, dove la corruzione e la scarsa trasparenza hanno rappresentato per molto tempo elementi da stigmatizzare e purtroppo anche molto diffusi. Da un recente studio emerge però un dato molto interessante in tal senso, e che può trovare diverse interpretazioni: prendendo come lasso di tempo un periodo molto lungo, ossia gli ultimi 45 anni, tra scudi, concordati, sanatorie, condoni e altro, l'erario ha incassato 131,8 miliardi di euro (valori rivalutati al 2017). Andando a curiosare in maniera più dettagliata, la sanatoria fiscale introdotta nel 2003 ha permesso al fisco di riscuotere 34,1 miliardi di euro. Decisamente significativo è stato il condono fiscale-valutario che nel 1973 ha aperto la lunga stagione dei condoni nel nostro paese; questa misura, avviata prima della riforma fiscale che ha introdotto l'Irpef, ha consentito di incassare 31,6 miliardi. Anche le sanatorie applicate negli anni '80 sono state particolarmente generose, considerando che tra il condono fiscale e quello edilizio intercorsi tra il 1982 e il 1988, lo Stato ha beneficiato di 18,4 miliardi.

Facendo riferimento a una realtà più vicina ai giorni nostri, anche mediante la voluntary disclosure, che ricordiamo essere l’emersione di capitali che erano stati portati all’estero in maniera illegale, è stato possibile recuperare somme importanti, col rientro di qualcosa come 5,2 miliardi di euro di gettito: l’Istat, non a caso, ha inserito tale iniziativa nell’elenco dei principali condoni introdotti dal legislatore del nostro Paese. Attraverso la rottamazione delle cartelle esattoriali l'anno scorso il fisco ha incassato 3,9 miliardi. Una misura una tantum che è servita a ridare un po' di ossigeno alle nostre casse pubbliche e a migliorare i risultati della lotta all'evasione: nonostante i successi degli ultimi anni, però, il problema dell’evasione è ancora molto presente, considerando che la stessa ammonta, secondo le stime del ministero dell'Economia, a 110 miliardi all'anno. Per ogni 100 euro di gettito incassato, a causa dell'infedeltà fiscale degli italiani, a livello nazionale l'erario perde 16,3 euro.

“Le iniziative come condoni o sanatorie, non rappresentano di certo un vanto per il nostro Paese –aggiunge la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- anche se negli anni sicuramente hanno consentito allo Stato di recuperare somme anche molto importanti che probabilmente avrebbe perso. Ma il punto è proprio questo: un Paese organizzato e all’insegna della legalità, dotato di un Fisco equo, trasparente e agile, non deve mettersi in condizione di ricorrere a determinati mezzi per salvare il salvabile. Siamo più che mai persuasi –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia- della necessità di un cambiamento profondo e diffuso da operare a livello fiscale, affinché davvero le parole cardine possano essere equità, giustizia e trasparenza: non ci sono altre vie se si vuole invertire la rotta e consentire alla collettività di trarre benefici importanti ad ogni livello, in primis per quel che concerne la salute dei conti pubblici”.