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26/07/2018 - FISCO E PMI, UN RAPPORTO ANCORA MOLTO DIFFICILE

“Non passa giorno senza che arrivino notizie che continuano purtroppo ad essere allarmanti per quel che riguarda il rapporto fra Fisco e imprese in Italia –è il pensiero della Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- e che narrano di un Paese incapace di trovare il giusto equilibrio in merito ad una questione di vitale importanza, oggi più che mai, visto che è opinione diffusa che proprio ora bisognerebbe spingere affinché la tremenda recessione economica che ha caratterizzato l‘ultimo decennio possa davvero essere messa alle spalle. Purtroppo però –aggiunge la dott.ssa Sergio- qualsiasi studio, ricerca o analisi condotta da fonti istituzionali o dagli addetti ai lavori ci presenta una situazione che fatica a cambiare, che vede il Fisco sempre più severo ed esoso e la aziende in grandissima difficoltà. E fa male prendere atto che in particolare per le piccole e medie imprese, elemento fondamentale da sempre per l’economia nostrana, la vita sia particolarmente difficile in questo preciso momento storico in cui, probabilmente, proprio le Pmi potrebbero fornire quello slancio decisivo per consentire al Paese di voltare pagina”.

Momento molto difficile, quello che stiamo vivendo, per il mondo del lavoro nella sua globalità. Le imprese in particolare galleggiano fra la necessità di produrre e di restare competitivi sul mercato da una parte, e gli obblighi fiscali che non danno tregua e rappresentano sempre più un onere difficile da fronteggiare. A pagar dazio in particolare, in questa delicata fase storica, è l’universo delle piccole e medie imprese, letteralmente tartassate da voci quali Irap, Irpef (con le varie addizionali regionali e comunali), Tari, Tasi, Imu e contributi previdenziali: e se è vero che tali difficoltà uniscono idealmente le aziende di tutta Italia, da nord a sud, è innegabile che in alcune zone tali difficoltà sono decisamente più marcate.

Nella graduatoria relativa a questo argomento troviamo Reggio Calabria in testa alla classifica delle città le cui aziende sono più bersagliate dal Fisco, con un tasso totale che si attesta al 73,4%, in aumento dello 0,2% rispetto all’anno precedente. Alle spalle della Città dello Stretto, in ordine, le aziende sono più bersagliate a Bologna (72,2%), Roma e Firenze (69,5%), Catania (69%), Bari (68,5%), Napoli (68,2%), Cremona e Salerno (67,3%), Foggia (66,8%). Il tasso totale invece colpisce in maniera più soft, rispetto al resto d’Italia, le Pmi di Gorizia (53,8%). Provando a dare un’idea più ampia partendo da questi numeri, a Reggio Calabria il giorno in cui si smette di lavorare per pagare le tasse e si comincia a lavorare solo per se stessi è il 24 settembre, mentre a Gorizia quel giorno è anticipato al 14 luglio.

“La pressione fiscale continua purtroppo a incidere in maniera pesante, costante e diffusa sul mondo dell’imprenditoria, tanto da rendere più difficile la ripresa e il rilancio economico. Tante aziende –dice l’Amministratore Unico del Caf Italia- sono costrette a chiudere i battenti di fronte a spese enormi, ingestibili. Come diciamo da tempo urge una riforma fiscale importante, capace di dare al Fisco quei caratteri di sostenibilità, trasparenza ed equità che dovrebbero esserne alla base. I mesi però passano –conclude la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- e ciò che rimane di concreto, al momento, è la consueta difficoltà che caratterizza il mondo del lavoro, con picchi drammatici nel Meridione”.