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10/09/2018 - CASSAZIONE: POSSIBILE STIMARE GLI INCASSI DI UN BAR COL CAFFETTOMETRO

Per i non addetti ai lavori potrebbe sembrare curiosa l’idea di determinare (o meglio, rideterminare) gli incassi di un bar avvalendosi di uno strumento di lettura particolare, ossia il “caffettometro”: si tratta in sostanza della stima fatta sulla quantità di caffè necessaria per produrre una tazzina. Questa che potrebbe sembrare a tutta prima una nota quasi di curiosità effimera, è invece una considerazione importante che interviene in maniera diretta su questioni relative al rapporto col Fisco. È infatti l’autorevolissima voce della Corte di Cassazione a decretare come l’Amministrazione finanziaria possa di fatto avvalersi del sopra menzionato “caffettometro” per rideterminare in maniera più precisa e completa gli incassi realizzati di un bar, calcolando in 8 grammi la polvere di caffè necessaria per dar vita a una tazzina di caffè. Nel caso in questione, che ha originato l’ordinanza 21130/2018 della Cassazione, a fronte di ricavi dichiarati da una bar pari a 119.139 euro, l’agenzia delle Entrate di Benevento aveva contestato ulteriori ricavi pari a 25.858 euro. In primo grado l’Agenzia era stata soccombente mentre dinnanzi alla commissione tributaria regionale il giudizio era stato completamente ribaltato. Secondo la Corte gli elementi forniti dall’ufficio rappresentano presunzioni gravi, precise e concordanti in ragione dei quali il ricorso in Cassazione da parte della contribuente è stato rigettato, anche perché la stessa non aveva prodotto alcuna prova contraria circa la quantità di polvere di caffè reputata necessaria per preparare una tazzina.