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18/09/2018 - REDDITOMETRO “SPIAZZATO” DAI REGALI DI NOZZE

Il redditometro consente al Fisco di effettuare determinati accertamenti e di avere un quadro sintetico del reddito complessivo di un contribuente: si tratta di uno strumento utile ma che può incappare in errori dovuti a situazioni che esulano dall’ordinario. È ciò che è accaduto in una vicenda che ha per protagonista un giovane agricoltore, il cui ricorso è stato accolto dalla Corte di Cassazione. Con l’ordinanza n. 21783 dello scorso 7 settembre, infatti, i giudici della Suprema Corte hanno dato ragione al contribuente, che si era visto contestare un tenore di vita più alto rispetto a quello emerso dalla dichiarazione annuale: egli però aveva provveduto a documentare al cospetto dell’Agenzia delle Entrate regali di nozze per circa 14mila euro, oltre a un lascito ricevuto dal nonno. I giudici hanno provveduto ad applicare il principio generale per il quale in tema di accertamento delle imposte sui redditi, qualora l'ufficio determini sinteticamente il reddito complessivo netto in relazione alla spesa per incrementi patrimoniali, la prova documentale contraria ammessa per il contribuente dall'art. 38, sesto comma, del dpr 29 settembre 1973, n. 600, non riguarda la sola disponibilità di redditi esenti o di redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta, ma anche l'entità di tali redditi e la durata del loro possesso, che costituiscono circostanze sintomatiche del fatto che la spesa contestata sia stata sostenuta proprio con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta». In definitiva, dunque, gli incrementi patrimoniali giustificati dai regali di nozze possono far sorgere errori di interpretazione all’accertamento effettuato mediante il ricorso al redditometro.