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03/10/2018 - VENDITE, RISCHIO FRODE SE AVVENGONO A RIDOSSO DELLA CARTELLA DEL FISCO

L’arrivo della cartella del Fisco non è di certo salutata con entusiasmo dal contribuente cui è destinata, tanto che alle volte, pur di schivarla, si può avere la tentazione di assumere comportamenti e di prendere decisioni non proprio in linea con le norme in vigore: è quanto accaduto a un soggetto incappato nella condanna dei giudici proprio in conseguenza di un’azione portata a compimento e che è sfociata in una frode. Il gesto che i giudici hanno condannato riguarda la cessione di una proprietà immobiliare a ridosso del ricevimento della cartella, azione che può configurare (come nel caso specifico citato) il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il tribunale di Sulmona aveva già provveduto a condannare il contribuente e tale condanna era poi stata confermata anche in appello dalla Corte dell’Aquila. In ultima istanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del soggetto in questione con la sentenza n. 40442 datata 12 settembre 2018, evidenziando come l’inammissibilità sia legata alla manifesta infondatezza, atteso che è stato sollevato per casi non consentiti, essendo i motivi di gravame strettamente collegati: il fatto che la vendita dei beni immobili da parte del ricorrente sia avvenuta a ridosso del ricevimento dell’ennesima cartella di pagamento, quindi tale da far ragionevolmente presumere che in caso di inadempimento sarebbe scaturita la tempestiva azione esecutiva dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è di per sé sufficientemente idoneo a determinare l’ipotesi del reato di cui all’art. 11 del dlgs 74/2000.