18/10/2018 - IL FISCO INVIA CARTELLE ESATTORIALI ANCHE AD AZIENDE OPERANTI IN SETTORI ILLECITI
“Siamo fermamente convinti che sia possibile e auspicabile vivere in un Paese in cui il Fisco non venga percepito come un nemico –è il pensiero della Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- e dove il concetto di legalità diventi qualcosa di importante per ogni singolo cittadino, così come credo sia doveroso che il sistema fiscale e, più in generale, il corpus di norme che regolano la vita dello Stato siano calibrati sulle esigenze reali delle persone e sul benessere della collettività. È però doveroso affrontare l’analisi del presente con assoluta obiettività e con grande lucidità, per capire quali azioni siano utili al bene di tutti in questo preciso periodo storico, sicuramente ricco di contraddizioni e di problematiche di vario tipo e livello. E a volta capita di imbattersi in proposte che, sebbene inizialmente possano colpire per la loro particolarità, dovrebbero comunque essere vagliate con attenzione –continua la Dott.ssa Sergio- e valutate mettendo al primo posto eventuali benefici per i cittadini”.
“Nel caso di specie l’attività può essere inquadrata nell’esercizio di attività, organizzate in forma d’impresa, dirette a cessione di beni al dettaglio e, come tale, soggetta all’imposizione ai fini dell’Irpef, dell’Iva e dell’Irap”, e ancora, “L’attività criminale organizzata in parola può essere inquadrata quale società illecita occulta, quindi soggetto autonomo di imposta”. Queste frasi racchiudono il senso di una notizia che circola da qualche giorno e che sembra avere la consistenza di un qualcosa di più concreto rispetto a una semplice provocazione, anche perché l’azione legata a tali enunciati è stata posta in essere da un soggetto autorevole: il Fisco. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha recapitato due cartelle esattoriali dal valore di più di 5 milioni di euro, indirizzate riferite alla «società» tutta, con la richiesta di pagare all’erario i contributi su quanto si stima abbiano guadagnato mediante il traffico di stupefacenti negli anni 2015 e 2016.
Quelli che chiamiamo “imprenditori” in questa comunicazione, sono presunti trafficanti di droga indagati dalla procura di Trento in udienza preliminare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina e hashish. Si tratta di soggetti che vivono in diverse città italiane, da Nord a Sud, e alle quali il Fisco ha chiesto di versare qualcosa come 5 milioni di euro, sostenendo che il traffico di droga, nella fattispecie, è paragonabile ad un’azienda e che in quanto tale è necessario anche per le imprese operanti in settori relativi alle attività illecite assolvere gli obblighi fiscali previsti dalla Legge.
“La questione sollevata dall’Agenzia delle Entrate privilegia senza ombra di dubbio la questione tecnica della vicenda –sottolinea l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- e ha il merito di promuovere una discussione che può avere risvolti interessanti. Dal nostro punto di vista reputiamo sicuramente giusto che ogni azienda si attenga alle regole e versi quanto dovuto, per il bene comune: va da sé che bisognerebbe poi sicuramente guardare le cose da una prospettiva più ampia –conclude la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- e combattere con ogni mezzo qualsiasi attività illecita. E reputiamo sempre doveroso fare in modo che il Fisco possa essere percepito in maniera diversa dai cittadini e che la cultura della legalità possa davvero affermarsi in maniera diffusa in tutto il Paese”.