15/06/2017 - IL FISCO ITALIANO È TRA I PIÙ COMPLESSI AL MONDO
Esiste una classifica in cui l’Italia occupa il primo posto in Europa e il terzo a livello mondiale, anche se la graduatoria in questione non è esattamente lo specchio di meriti particolari, anzi: si riferisce alla complessità dell’ordinamento fiscale nazionale. A stilare tale classifica è Tfm group, multinazionale che opera nel settore della consulenza fiscale e assicurativa, e che ha preso in esame 94 ordinamenti tributari in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, dalle Americhe all’Africa e al Medio Oriente, raccogliendo poi i dati nell’indagine ribattezzata per l’appunto “Financial complexity index 2017”. Peggio di noi solo Turchia, prima classificata, e Brasile, al secondo posto; dietro di noi, Grecia, Vietnam, Colombia, Cina e tutte le altre nazioni.
“Ogni studio condotto da società di prestigio nel settore fiscale presenta sempre elementi e spunti di interesse –è il commento dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- e i dati raccolti vanno sempre analizzati con attenzione. Sicuramente, per chi lavora nel campo, la situazione di complessità generale del nostro sistema fiscale è ormai arcinota. Il problema diventa ancora più delicato –aggiunge la Dott.ssa Sergio- quando sono i contribuenti ad accorgersi di tale complessità, sperimentando sulla propria pelle lungaggini, intoppi burocratici, difficoltà ad accedere, per i più svariati motivi, a prestazioni o agevolazioni riconducibili all’universo fiscale. Anche queste problematiche incidono in maniera importante sul rapporto diciamo non idilliaco fra i cittadini e il Fisco”.
I motivi che proiettano l’Italia ai primissimi posti della classifica sono diversi: ad esempio, nello studio condotto dalla multinazionale in oggetto, si dice che nonostante le misure introdotte per ridurre la tassazione e allineare le misure contabili alle regole internazionali, il Paese presenta ancora degli aspetti specifici che contribuiscono ad assegnargli il primo posto in Ue e il terzo al mondo per complessità del sistema fiscale. Inoltre, nel nostro Paese le imposte vengono riscosse a diversi livelli, ossia quello nazionale, quello regionale e quello comunale, e risulta particolarmente difficoltoso per i cittadini destreggiarsi tra i diversi esercizi contabili e le numerose imposte presenti. Il peso della burocrazia, la complessità delle norme, i continui cambiamenti normativo-tributari, l’esposizione dei rendiconti solo in euro, la contabilità in italiano, l’esistenza di diversi livelli per la riscossione, sono tutti fattori che necessiterebbero, in ultima analisi, di una semplificazione generale capace di rendere meno complicato il Fisco nostrano.
“Semplificare è da qualche anno ormai una delle parole d’ordine della Pubblica Amministrazione, ma evidentemente –afferma la Dott.ssa Sergio- in ambito fiscale i progressi fatti registrare sono ancora modesti. A fronte di questa realtà, e della quotidianità che viviamo col nostro operato ogni giorno, risulta con sempre maggiore evidenza la necessità di considerare adeguatamente l’importanza dei Centri di assistenza fiscale, i quali purtroppo, negli ultimi mesi, stanno faticando parecchio per far sentire la propria voce con l’obiettivo che le Istituzioni possano garantire loro di lavorare in maniera serena. Ma svolgere al meglio il proprio lavoro di assistenza in un settore di vitale importanza per milioni di cittadini, come quello fiscale, è impresa ardua –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia – se non vengono messi a disposizione dei Caf gli strumenti necessari”.